martedì 5 febbraio 2019

GIA' RACCOLTE MILLE FIRME CONTRO IL TRAFFICO DI RIFIUTI A LIVORNO! ECCO LE FAQ SULL'INCENERITORE


Mille firme raccolte on-line in pochissimi giorni, senza nessuno sforzo organizzativo ma limitandosi a lanciare la petizione su Facebook. Segnale inequivocabile che i cittadini, una volta messi a conoscenza di cosa sta succedendo a Livorno, non esitano a protestare e a chiedere subito un cambio di strategia ed una maggiore tutela dell'ambiente e della salute.

Andremo avanti, moltiplicando gli strumenti per diffondere le giuste informazioni. Ecco intanto le FAQ sull'inceneritore di Livorno, per combattere la disinformazione.

Le nostre risposte alle domande più ricorrenti:

1) Senza inceneritore come possiamo smaltire i rifiuti?

- l'inceneritore non fa sparire i rifiuti. Se accendiamo il fuoco in un camino, dopo un po' la legna non è “sparita”, ma si è trasformata in cenere riducendo il proprio volume. Quella cenere va poi messa in qualche posto, inoltre la parte che non è rimasta nel camino è finita nell'atmosfera, sotto forma di gas. 
Con l'inceneritore succede la stessa cosa: non riesce ad evitare il ricorso alla discarica, in cui vanno stoccate le ceneri tossiche residue, inoltre produce gas che si liberano nell'ambiente circostante.
L'alternativa consiste nel ridurre la produzione di rifiuti, differenziare e riciclare al massimo e infine trattare il residuo a freddo, senza combustione, per stoccare in discarica solo inerti (invece delle ceneri) ed evitare la dispersione di sostanze nocive in atmosfera.

2) Senza inceneritore come facciamo a pagare i debiti Aamps e ad evitare un aumento delle tariffe?

- l'inceneritore non rappresenta una fonte di utili per l'azienda e per la collettività. Se riesce a produrre qualche ricavo attraverso la generazione di energia elettrica e l'importazione di rifiuti da altri territori, gli enormi costi per la gestione dell'impianto non riescono mai ad essere coperti da questi ricavi. La differenza viene coperta grazie alla riscossione della tariffa. 
Sono necessarie periodiche manutenzioni ordinarie e straordinarie, l'impiego di lavoratori che potrebbero occuparsi di servizi più virtuosi e redditizi, l'acquisto di additivi alla combustione, il consumo di energia e acqua per il funzionamento, i costi di smaltimento delle acque reflue, delle ceneri, ecc. 
Per mantenere competitiva questa strategia di smaltimento costosissima, gli inceneritori hanno ricevuto per anni contributi pubblici dallo Stato, oltre alla tariffa. 
Nel piano di concordato Aamps si chiarisce infatti che l'interruzione di questi contributi ha comportato “la perdita di un flusso di cassa pari a circa 3 milioni di euro l'anno”, per questo tale perdita è stata inserita tra le "cause principali della crisi” aziendale.

3) Senza inceneritore che fine fanno gli addetti che ci lavorano?

- la raccolta differenziata spinta richiede un maggior impiego di lavoratori, non solo per la raccolta dei rifiuti ma anche per la gestione di isole e stazioni ecologiche e di piattaforme per lo stoccaggio ed il trattamento dei materiali da riciclare o da smaltire tramite trattamento a freddo. 
Rispetto all'incenerimento servono molti più addetti, il cui costo viene ampiamente coperto dal riciclo dei materiali, che possiamo vendere con uno sbocco sul mercato garantito dai consorzi di filiera (carta, plastica, alluminio, ecc.). 
Infatti a Pisa l'inceneritore è stato chiuso e gli addetti sono stati tutti ricollocati, senza nessun licenziamento.

4) Se l'inceneritore rispetta la normativa, come fa ad essere un pericolo per la salute?

- purtroppo il rispetto della normativa non garantisce affatto la protezione della nostra salute. Spesso la legge arriva troppo tardi rispetto ai danni dell'inquinamento. Per esempio, l'amianto è stato vietato dalla legge solo nel 1992, dopo decenni in cui il suo utilizzo era consentito dalle autorità pubbliche. 
Molte sostanze prodotte dai moderni inceneritori non vengono neppure misurate, per la legge non esistono (parliamo delle nanopolveri, che per la loro dimensione microscopica riescono a superare la barriera dei filtri delle ciminiere ed entrano direttamente nel sangue, attraverso i polmoni).

5) Come può essere possibile spegnere subito l'inceneritore?

- anche se a Pisa, così come in molte altre città, l'impianto è stato chiuso all'istante senza nessun problema ambientale ne' economico (e senza chiedere il permesso all'ATO, alla Regione o altri enti), noi non chiediamo uno spegnimento immediato per poi esportare i nostri rifiuti altrove. Il traffico di rifiuti non vogliamo subirlo ma neanche causarlo. 
Chiediamo un piano di progressiva riduzione della quantità di rifiuti incenerita, evitando innanzitutto l'importazione di rifiuti da Pisa e dalle altre città (che devono sforzarsi di ridurre, riciclare e utilizzare di impianti di smaltimento a freddo). 
Nel frattempo Livorno deve dotarsi di propri impianti di riciclo e trattamento a freddo o utilizzare quelli altrui, per giungere nel più breve tempo possibile allo spegnimento dell'inceneritore. 
Nonostante i periodici annunci da parte del Comune (proprietario dell'azienda e dell'inceneritore), Aamps non ha ancora presentato un piano del genere, anzi il piano industriale vigente prevede il mantenimento della capacità massima di incenerimento a 78.000 tonnellate l'anno, a tempo indeterminato e continuando ad investire denaro nell'impianto. 
Non è prevista nei piani aziendali pubblicati finora nessuna futura riduzione dei rifiuti inceneriti ne' lo spegnimento dell'impianto.

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