sabato 6 giugno 2020

I "CARRI ARMATI" DI GIANI SU LIVORNO SI TRASFORMINO IN VOLONTÀ DI DIALOGO. NOI NON CI SPOSTEREMO!



Le dichiarazioni di uno dei candidati alla presidenza della Regione Toscana, Eugenio Giani, durante una conferenza social e riguardanti la gestione dei rifiuti, sono agghiaccianti.

Innanzitutto ripropone ancora l'alternativa irricevibile tra un mega-inceneritore nella piana fiorentina e uno all'interno della raffineria ENI a Livorno: come se alcuni cittadini della regione avessero più diritto di altri a vivere in un ambiente pulito e sicuro.

Purtroppo non si limita a questo, ma a quanto pare arriva ad usare toni gravemente minacciosi e violenti nei confronti delle comunità locali, dichiarando che se ENI non concluderà velocemente sul mega-inceneritore di Livorno, provvederà lui a sbrogliare la situazione e, una volta individuato un sito alternativo, "andrà addosso" con "i carri armati" per imporre questo impianto alla popolazione.

Espressioni e parole che a nostro avviso hanno ben poco di democratico, rimandando più alle "ruspe" di Salvini ed ai tweet incendiari di Trump che a una compagine ed un candidato disposti ad ascoltare i territori ed i cittadini, facendo tesoro degli errori del passato.

In effetti, non è vero che la Regione ha "rinunciato" all'inceneritore fiorentino, come dice Giani: in realtà, i comitati hanno vinto a più riprese battaglie legali contro lo schieramento pro-inceneritore, inoltre gli elettori hanno voltato le spalle in più occasioni a chi voleva costringerli ad accettare l'impianto.

Perché ingaggiare nuovamente una battaglia legale e politica, con un'altra parte del territorio regionale? Perché vivere il confronto con i territori come una guerra da vincere con i "carri armati"?

Se Giani, piuttosto che un altro candidato, è convinto della bontà delle sue proposte, si confronti serenamente con i cittadini, evitando minacce e roboanti dichiarazioni di guerra.

Accetti anche un confronto con noi, associazioni ambientaliste nazionali e comitati locali, perché da un dialogo serio e serrato possano scaturire soluzioni condivise, quindi rapide da realizzare e convenienti per tutti. Le guerre finiscono sempre in tribunale, dove nove volte su dieci sono i cittadini a vincere e la politica sorda e cieca a perdere.

Vogliamo parlare con Giani di quale sia il vero progetto di ENI, visto che secondo lui il mega-inceneritore dovrebbe sorgere "al posto della raffineria", mentre a Livorno è stato promosso più volte come un impianto aggiuntivo, che dovrebbe garantire alcune decine di posti di lavoro, non diventare il pretesto per licenziamenti di massa: meglio allora un progetto di riconversione della raffineria in impianto di produzione di energia pulita, sfruttando sole, vento o moto ondoso, come la stessa ENI sta già facendo in altre zone del paese.

Vogliamo chiarire con Giani quale sia il reale fabbisogno toscano per lo smaltimento dei rifiuti, visto che ENI favoleggia di rifiuti da importare da altre regioni, in mancanza di sufficiente plastica da bruciare in Toscana.

Vogliamo anche condividere il fatto che le regioni del Nord che hanno la TARI più bassa non sono quelle che gestiscono i mega-inceneritori, ma sono quelle che hanno chiuso gli inceneritori e che hanno agito abbattendo la produzione di rifiuti non riciclabili, come il Veneto: la TARI più bassa d'Italia è in provincia di Treviso, dove non hanno inceneritori ma hanno una produzione annua pro-capite di indifferenziato di 50 kg, contro i 270 kg della Toscana.

Purtroppo non è vero che, come dice Giani, dai moderni inceneritori esce solo "vapore acqueo": le scorie gassose, liquide e solide sono addirittura maggiori del flusso di rifiuti trattato e sono molto pericolose, nonché costose da smaltire. L'alternativa è puntare sulla prevenzione, il riciclo ed il riutilizzo: ormai l'Unione Europea ha smesso di finanziare gli impianti di smaltimento "termico" per concentrarsi sulle politiche virtuose, oltre ad aver chiarito che bruciare plastica per produrre energia o carburante non può essere considerato "economia circolare".

La Regione Toscana ha finora perso anni preziosi cercando di sottomettere con la forza i propri cittadini ed elettori: crediamo sia l'ora di voltare pagina e di raggiungere ottimi risultati attraverso il dialogo e la democrazia: per questo invitiamo Giani e gli altri candidati ad un confronto sereno e basato su dati concreti.

Di fronte ai carri armati, noi saremo sempre il ragazzo di Piazza Tienanmen che rifiuta di spostarsi.

venerdì 21 febbraio 2020

MEGA-INCENERITORE ENI, 10 DOMANDE ANCORA SENZA RISPOSTA


Molte cose si stanno chiarendo finalmente in questi giorni a proposito del mega-inceneritore di rifiuti che ENI vuole costruire a Stagno.
A cominciare proprio dal nome: non è una "bio" raffineria, ma un vero e proprio inceneritore, con una capacità di smaltimento che può arrivare ad almeno 5 volte l'inceneritore di Aamps.
Poco importa se "gassifica" i rifiuti, producendo "syngas": per la legge resta comunque un inceneritore. Non utilizziamo più termini rassicuranti rischiando di confondere la gente, chiamiamo le cose con il loro nome.

E' anche chiaro ormai che, dopo mesi dai trionfali annunci dell'estate scorsa, non solo non è stato ancora presentato uno straccio di progetto tecnico e di piano industriale, ma la Regione non ha neanche firmato il protocollo d'intesa, che però risulta presentato e pubblicato nel luglio scorso. Perché un ente pubblico punta tutto su un progetto ancora da scrivere?

Ci sono poi altre 9 domande rimaste senza risposta:
1) perché viene considerato accettabile scaricare i rifiuti delle altre province su Livorno, solo perché la magistratura e la protesta popolare hanno bloccato la costruzione del mega-inceneritore di Sesto Fiorentino? La Regione ha promosso per decenni la strategia della chiusura del ciclo dei rifiuti all'interno degli ATO, adesso non può rimangiarsi tutto per favorire Firenze.
 
2) perché viene considerato accettabile che sia Livorno ad ospitare questi rifiuti, dato che è interessata da una grave emergenza ambientale e sanitaria, oltre ad essere inserita tra i siti da bonificare con urgenza?

3) perché viene affermato impudentemente che l'impianto non produrrà emissioni, quando invece è scontata la produzione di centinaia di migliaia di tonnellate di emissioni ogni anno, gassose, liquide e solide? Dove e come verrebbero smaltite?

4) perché si parla a sproposito di economia circolare e di alternativa ai combustibili fossili? Secondo l'attuale legislazione europea (articolo 3.17 DQ, 2008/98/CE) il concetto di riciclaggio "non include il recupero di energia e il ritrattamento in materiali che devono essere usati come carburanti". Trasformare la plastica in carburante non riduce la domanda di plastica vergine, il che significa che la nuova plastica deve essere prodotta da fonti fossili. Quindi i combustibili derivati dalla plastica sono una forma di combustibile fossile!

5) perché si parla a caso di 60 posti di lavoro, se non c'è ancora un piano industriale? Solo con la raccolta porta-a-porta si sono creati a Livorno molti più posti di lavoro, se ne potrebbero creare altre centinaia se il territorio puntasse decisamente verso l'industria del riciclo, per non parlare dell'occupazione che si creerebbe con i lavori di bonifica e con una riconversione della raffineria verso le vere energie rinnovabili pulite, come ENI sta facendo a Ravenna, in Sicilia, ecc.

6) perché non si parla di quanto ENI incasserebbe dalle bollette TARI, pagate dai cittadini toscani, per il servizio di smaltimento rifiuti dentro la raffineria, appaltato dalle aziende pubbliche regionali? E' evidente che sarebbe quello il vero business per l'azienda, non gli esigui e teorici ricavi per la produzione di syngas e metanolo;

7) perché allora non si discute se sia legittimo affidare un appalto pubblico per miliardi di euro senza una gara trasparente, in cui più aziende possano proporre diverse soluzioni ed in cui la Regione possa scegliere l'opzione meno costosa e ambientalmente più sostenibile?

8) perché non si parla delle osservazioni presentate da Rifiuti Zero alla Regione nell'autunno scorso, che mettono nero su bianco un piano alternativo per il trattamento dei rifiuti urbani residui, basato su politiche di riduzione, riciclo industriale dei materiali e impianti TMB?

9) perché, infine, non si chiarisce una volta per tutte che i limiti di concentrazione degli inquinanti imposti dalla normativa sono riferiti al metro cubo di fumi e non all'emissione totale? Bruciando più rifiuti si ottengono più fumi e quindi più emissioni inquinanti, ma si rimane sempre nei parametri di legge. Detto in altri termini, i limiti si occupano della qualità dell'emissione, ma non della quantità delle emissioni cioè dell'impatto complessivo sull'ambiente. Per tale motivo, le norme non garantiscono un valore di concentrazione degli inquinanti "sicuro" per la salute umana, in base a studi medici ed epidemiologici.

mercoledì 18 dicembre 2019

MEGA-INCENERITORE ENI, SIAMO DI FRONTE AD UN GOLPE PRE-ELETTORALE?


Colpisce profondamente il contenuto delle dichiarazioni, pubblicate dal Tirreno, dell'amministratore di ALIA, l'azienda dei rifiuti fiorentina, sulla realizzazione del mega-inceneritore all'interno della raffineria ENI di Stagno, utile a smaltire tutta la monnezza prodotta da fiorentini, pratesi, pistoiesi, ecc. 

Dopo il fallimento del progetto di costruzione di un mega-bruciatore nella piana di Sesto Fiorentino, a causa della rivolta che si è scatenata tra la popolazione, la pensata geniale della Regione e di ALIA è stata quella di pagare profumatamente ENI, con i soldi delle bollette TARI, per farle bruciare tutto a Livorno, luogo considerato ormai la pattumiera della Toscana, confidando nel fatto che da queste parti la reazione popolare possa essere meno virulenta.

Ovviamente, la pillola è stata adeguatamente indorata dalla Regione che ha parlato di "bio-raffineria", definizione fasulla in quanto le bio-raffinerie utilizzano scarti vegetali e non plastiche e altri rifiuti di origine fossile. La normativa classifica infatti l'impianto progettato da ENI come un vero e proprio inceneritore/co-inceneritore di rifiuti.

Incredibilmente, l'amministratore di ALIA continua a parlare di carburante di origine "rinnovabile", quando in realtà bruciare plastica non ha niente di rinnovabile, né di "circolare" o ecologico. ENI distruggerebbe milioni di ecoballe di monnezza, producendo ogni anno centinaia di migliaia di tonnellate di emissioni gassose, liquide e solide  e guadagnando milioni grazie alle tariffe che farebbe pagare ai cittadini per introdurre i rifiuti nei suoi forni.
Tutto il resto, la vendita di anidride carbonica, il metanolo con cui addizionare le benzine, ecc. non avrebbe che un peso marginale di fronte al vero business, quello dello smaltimento inquinante.

I vertici di ALIA raccontano anche la balla clamorosa della "conversione green della raffineria", cosa assolutamente non contemplata da ENI: le emissioni prodotte dal mega-inceneritore si andrebbero semplicemente a sommare a quelle della raffineria, aggiungendo inquinamento ad inquinamento.

Nonostante la scorsa estate la Regione ed ENI avessero garantito la partecipazione dei sindaci e dei territori al processo decisionale, di fronte alla protesta che si è giustamente scatenata contro il progetto qualcuno forse ha pensato di fregarsene del parere della gente, scavalcando anche il Comune di Livorno e quello di Collesalvetti e pianificando l'avvio dell'iter autorizzativo "nei primissimi mesi del 2020", stando alle affermazioni di ALIA.
Viene da pensare ad un tentativo di "golpe" anti-democratico, visto che il mandato politico degli organi regionali scadrà tra poche settimane e che i Comuni interessati non hanno ancora espresso il loro parere, quindi avrebbero bisogno di tutto il tempo necessario per valutarlo e sottoporlo ai loro cittadini.

Ricordiamo che l'area di Livorno è stata recentemente colpita da un'inchiesta della procura antimafia sul traffico illecito di rifiuti, che ha portato la commissione parlamentare bicamerale sul ciclo dei rifiuti a parlare nella sua relazione di "totale assenza di controlli", in un "contesto di palese e quotidiana gestione illecita dei rifiuti", in cui "risalta evidente l'assenza dei controlli da parte di Arpat, come afferma il Procuratore della Repubblica di Livorno".

E' in un contesto territoriale come questo che si pensa di convogliare milioni di tonnellate di eco-balle provenienti da mezza Italia, senza chiedere neanche il permesso ai cittadini?
E' necessario invece che venga riformato profondamente il sistema dei controlli pubblici, che la zona di Livorno-Collesalvetti benefici delle bonifiche e delle reali riconversioni previste per le aree SIN e infine che la Regione punti all'obiettivo della riduzione e del riciclo dei rifiuti, oltre a definire le modalità del residuo smaltimento senza pensare di concentrarlo tutto in un unico impianto in una sola città, attività che tra l'altro verrebbe affidata (senza gara?), ad un soggetto che si aggiudicherebbe in esclusiva un affare milionario per i prossimi decenni a spese dei cittadini.

venerdì 13 dicembre 2019

MEGA-INCENERITORE ENI, LA POLITICA NON SI NASCONDA!


A proposito del folle progetto del mega-inceneritore ENI, che vorrebbe accentrare tra Livorno e Collesalvetti un traffico di decine di milioni di tonnellate di eco-balle nei prossimi anni, facendo di un'area già gravemente compromessa il polo nazionale dell'industria sporca, vogliamo segnalare che i presunti chiarimenti hanno fatto crescere ulteriormente la preoccupazione del territorio.

Innanzitutto è stato finalmente ammesso che si non si tratterebbe di una "bio-raffineria" come quelle che ENI sta sperimentando altrove, che producono bio-carburante utilizzando rifiuti organici, come oli e grassi vegetali. Si tratterebbe invece di un "gassificatore", che secondo la normativa vigente non è altro che un sinonimo di inceneritore, utile a trattare rifiuti indifferenziati e plastiche di cui altre province e regioni si vogliono liberare, invece di smaltirle sul proprio territorio.

E' ormai risaputo che la combustione di rifiuti inorganici ad alte temperature produce non solo anidride carbonica e altre componenti normalmente misurate e monitorate dagli enti di controllo, ma anche e soprattutto le pericolosissime nanopolveri, che non sono misurabili con le normali strumentazioni (servono microscopi elettronici a trasmissione) e che soprattutto sono così piccole che non si possono trattenere con nessun tipo di filtro industriale, quindi vengono inalate dagli esseri umani o comunque entrano prima o poi nella catena alimentare, penetrando stabilmente nel flusso sanguigno e nelle cellule.

Sebbene l'attuale normativa non contempli la misurazione di questo tipo di emissioni e non ponga quindi un limite alle stesse (come l'amianto fino al 1992), da anni in letteratura scientifica stanno emergendo evidenze della loro dannosità, così come tutti sanno che le fonti di emissione sono da ricercarsi in particolare tra gli inceneritori di rifiuti, per le altissime temperature raggiunte e per l'eterogeneità estrema dei materiali sottoposti al "trattamento".
Prima di pensare, quindi, a "gassificare" a 1.600 gradi decine di milioni di tonnellate di rifiuti tra le abitazioni di Livorno e Stagno, dovrebbe essere aperta un'approfondita verifica scientifica e sanitaria su questo tipo di impianti e sulle loro emissioni, stabilendo finalmente divieti e limiti anche a proposito delle nanopolveri.

Di fronte ad argomentazioni come queste, la politica non può girarsi dall'altra parte ma deve affrontare la situazione: i partiti devono esprimere la propria posizione su questo agghiacciante mega-impianto di ENI all'interno dei loro programmi per le prossime elezioni regionali, senza nascondersi dietro l'esigenza di approfondire e valutare chissà cosa, essendo a nostro avviso già tutto sufficientemente chiaro.

A questo proposito, saranno inviati a tutti i gruppi politici di Livorno e Collesalvetti i moduli della petizione contro il mega-inceneritore ENI, promossa da varie associazioni e comitati territoriali, perché dimostrino con i fatti il loro impegno in difesa dell'ambiente e della salute: un apposito contatore periodicamente aggiornato e pubblicato misurerà il numero di firme che ogni partito avrà raccolto e consegnato alle associazioni, così gli elettori potranno regolarsi di conseguenza.


martedì 15 ottobre 2019

FLASH MOB CONTRO LA DISCARICA A LIMONCINO E GLI INCENERITORI DI AAMPS ED ENI



Siamo stanchi!

Nonostante tutte le osservazioni presentate dal Comune e da ARPAT contro la discarica a Limoncino, il progetto non è stato ancora cancellato. Si va per le lunghe con ennesime verifiche e rilievi. Ci chiediamo a che serva tutto ciò: se una collina è franosa, per esempio, c'è poco da fare, i rifiuti non potranno mai arrivarci. Se non è franosa, spieghino perché è stata classificata come tale. Per quanto tempo dobbiamo ancora lottare?

Non abbiamo capito inoltre se qualche politico immagina di "concedere" lo stop alla discarica a Limoncino e la chiusura dell'inceneritore AAMPS in cambio dell'apertura di un nuovo enorme inceneritore (chiamato incredibilmente "bio-raffineria") all'interno della raffineria ENI, per bruciare un quantitativo annuo di rifiuti 5 volte superiore a quello incenerito nel forno AAMPS.

Respingiamo qualunque ipotetico "baratto" e chiediamo il rispetto delle norme, della salute dei cittadini e dell'ambiente. Per questo ci diamo appuntamento in piazza Grande a Livorno, sabato 12 ottobre alle ore 17.00:
- flash mob con maschere, facce dipinte e striscioni per chiedere la chiusura definitiva della discarica a Limoncino e dell'inceneritore AAMPS
- raccolta firme contro il mega-inceneritore (cosiddetta "bio-raffineria") che ENI e Regione vogliono costruire a Stagno

I posti di lavoro si creano e si conservano puntando sull'industria pulita, sul riciclo e sulle energie rinnovabili. Il nostro territorio, dopo tanti decenni di industria sporca, che ha messo a repentaglio l'ambiente e che ha colpito il diritto alla salute dei cittadini, merita di essere bonificato. Chiediamo la riconversione degli impianti: è incredibile che ENI, azienda statale controllata dal Governo, pensi a Livorno come terminale per i rifiuti di tutta la regione, mentre va in Kazakistan a progettare impianti eolici e in Australia a costruire centrali fotovoltaiche.

Venga a costruirle anche a Livorno e rinunci a trasformare Stagno in uno snodo di traffico di rifiuti: il nostro territorio non può diventare la pattumiera di Firenze e di altre città, abbagliato da vaghe promesse di "emissioni zero" o altre favole.

mercoledì 24 luglio 2019

LA NOMINA DI RAPHAEL ROSSI A CAPO DI AAMPS E' UNA SPLENDIDA NOTIZIA


Desideriamo ringraziare il sindaco di Livorno, Luca Salvetti, e l'assessore all'ambiente, Giovanna Cepparello, per aver scelto il nome di Raphael Rossi come nuovo amministratore unico di Aamps.
Il curriculum professionale di Rossi è infatti quanto di meglio si possa trovare in Italia per quanto riguarda la gestione dei rifiuti urbani: ha sempre saputo coniugare la stabilità dei bilanci con servizi efficienti e apprezzati dai cittadini, la qualità ambientale e la tutela di utenti e lavoratori, senza nessun riguardo per sprechi, inefficienze e interessi poco trasparenti da sradicare.
Raphael Rossi è uno dei primi pionieri della raccolta differenziata, fa parte del Comitato scientifico del Centro Ricerca Rifiuti Zero di Capannori diretto da Rossano Ercolini ed è stato in grado più volte di risolvere situazioni gravissime, chiamato da governi nazionali, regionali e comunali di vario colore politico, unicamente per i suoi meriti e le riconosciute capacità professionali.
E' la prima volta che a Livorno viene chiamato ad occuparsi della gestione dei rifiuti un professionista specializzato di prestigio internazionale. Sotto la sua guida, i problemi che hanno colpito negli anni la città, dai mega-debiti contratti per l'inceneritore, al concordato basato sull'ennesimo aumento della tariffa, fino alle inefficienze nella raccolta stradale e domiciliare, potranno essere trattati adeguatamente e risolti.
Le associazioni e i comitati aderenti alla strategia Rifiuti-zero si schierano al fianco dell'Amministrazione comunale e del nuovo vertice Aamps, pronte a collaborare per la realizzazione del protocollo verso rifiuti-zero presentato in campagna elettorale: progressivo spegnimento dell'inceneritore, pratiche virtuose di riduzione e riuso, impianti di riciclo e tariffa puntuale, nel rispetto del dialogo con i residenti dei vari quartieri, le categorie economiche, i lavoratori Aamps.


sabato 20 luglio 2019

ZERO WASTE ITALY E RIFIUTI-ZERO LIVORNO BOCCIANO IL TRAFFICO DI RIFIUTI VERSO LA RAFFINERIA: GRAVE IRRESPONSABILITA'



Zero Waste Italy ed il Coordinamento provinciale Rifiuti-Zero Livorno (a cui aderiscono Legambiente, WWF, Lipu ed altre decine di associazioni e comitati locali) respingono decisamente la proposta di ENI e Regione per l'installazione di un gigantesco impianto di trattamento dei rifiuti all'interno della raffineria di Stagno, per trasformarli in gas e carburante.
Innanzitutto è da bocciare la vecchia concezione del mega-impianto a servizio di un'intera regione e oltre, capace di paralizzare il sistema di gestione dei rifiuti su tutto il territorio, come è successo in passato in Campania e nel Lazio. 
E' molto grave il livello di irresponsabilità che trapela da decisioni che prevedono di liberare un'area della Toscana dal problema dei rifiuti scaricandoli in blocco su un'altra zona, senza il minimo rispetto per i territori e le comunità che dovrebbero "sacrificarsi".
Una gestione virtuosa deve invece prevedere impianti a filiera corta in ogni area della Regione, ovviamente secondo noi devono essere impianti di trattamento a freddo delle frazioni umide e secche, certo non raffinerie più o meno promosse da slogan ecologici, ma che comunque distruggono le materie di scarto anziché riutilizzarle.
Ci sembra incredibile anche che la Regione sia pronta ad approvare una modifica alla propria pianificazione sulla base di qualche comunicato stampa e di vuote promesse riguardanti future nuove tecnologie miracolose, senza uno straccio di piano industriale, di documento tecnico e di analisi sui possibili impatti ambientali e sanitari. 
Ci appelliamo al Presidente ed ai Consiglieri regionali perché non si prendano la gravissima responsabilità di impegnare le istituzioni senza attendere la trasmissione e l'analisi scrupolosa e approfondita di simili progetti, inoltre chiediamo pubblicamente un incontro con i sindaci di Livorno e Collesalvetti, per rappresentare la necessità di respingere qualsiasi proposta che preveda un traffico di centinaia di migliaia di tonnellate l'anno di rifiuti provenienti da ogni dove in un'area SIN già gravemente compromessa dal punto di vista sanitario e ambientale, che necessiterebbe invece di bonifiche e progetti di riconversione e rilancio davvero puliti e sostenibili.

Zero Waste Italy 
Coordinamento provinciale Rifiuti zero Livorno