venerdì 19 maggio 2017

FACCIAMO DUE CONTI: PER FAR SCENDERE LA TARI DOBBIAMO PRODURRE MENO RIFIUTI


In questo periodo i livornesi sono alle prese come ogni anno con il pagamento della tariffa sui rifiuti, quindi è il momento giusto per riflettere sulla natura dei costi e dei ricavi sostenuti da un'azienda di gestione dei rifiuti e sulle opportuità offerte dalla strategia rifiuti-zero per ottenere una diminuzione non solo dell'inquinamento, ma anche della tariffa per imprese e famiglie.

Ogni livornese produce in media più di mezza tonnellata di rifiuti l'anno, mentre nei territori in cui i cittadini hanno già adottato scelte di riduzione e riuso su larga scala (per esempio depurando l'acqua del rubinetto o servendosi alle fontanelle di qualità anziché utilizzare le bottiglie di plastica, acquistando prodotti sfusi o ricaricabili, ecc.) si è verificato un calo della produzione dei rifiuti di almeno un terzo del peso totale. Tutto questo si è tradotto in un calo drastico delle spese di raccolta e trasporto dei rifiuti: i bidoni devono essere vuotati meno spesso e di conseguenza tutte le spese collegate al servizio diminuiscono.

In secondo luogo, vanno considerate le spese di trattamento e smaltimento: anch'esse ovviamente, essendo pagate in euro per tonnellata, calano in modo considerevole se viene ridotta la produzione dei rifiuti. Inoltre all'aumentare della raccolta differenziata i costi di smaltimento dell'indifferenziato scendono ulteriormente e l'azienda aumenta gli incassi corrisposti dai consorzi del riciclo in cambio del materiale differenziato.

Considerato che circa l'80% dei costi di Aamps viene coperto dalla tariffa e che questi costi sono legati alla quantità di rifiuti da raccogliere e smaltire, è prioritario quindi che l'azienda e tutti gli utenti entrino sempre più nell'ottica di ridurre la quantità dei rifiuti: "buttare via" un imballaggio superfluo, un giocattolo o un abito che qualcun altro potrebbe apprezzare, un mobile che potrebbe essere riparato, una bottiglia che potrebbe essere di nuovo riempita e così via, contribuisce non solo a peggiorare la qualità dell'ambiente in cui viviamo, ma anche a mettere in moto una costosa procedura di gestione che ogni anno siamo chiamati a pagare.

Certamente il doveroso incremento dell'efficienza aziendale può favorire un calo della tariffa, ma non potrà mai azzerare il costo di gestione di ogni singolo rifiuto, come invece può fare la decisione consapevole di evitare di produrlo.

INCREDIBILE A SCAPIGLIATO: CHI PIU' INQUINA, MENO PAGA


Tra le oltre 300 osservazioni già pervenute alla Regione Toscana contro il progetto di ampliamento della discarica di Scapigliato, sono presenti anche quelle elaborate dal Comitato Rifiuti-zero Cecina, che aderisce al Coordinamento provinciale Rifiuti-zero.
In particolare, vengono indicati tra gli altri alcuni aspetti che riteniamo di notevole gravità:
1) l'atto dirigenziale n. 159/2012 della Provincia di Livorno prevede che "all'esaurimento della volumetria autorizzata il gestore dovrà avviare la procedura di chiusura" e non certo chiedere una nuova autorizzazione per abbancare altri 6 milioni di tonnellate;
2) il Piano regionale prevede una sostanziale diminuzione dei rifiuti urbani e speciali conferiti in discarica, oltre alla nascita di filiere del riciclo dei rifiuti speciali, contrastando quindi nettamente con il progetto di ampliamento a Scapigliato;
3) i conferimenti richiesti risulterebbero superiori all'intero fabbisogno di tutta la Toscana costiera (ATO), senza contare la costante tendenza regionale di diminuzione dello smaltimento dei rifiuti speciali, calato del 33% in 7 anni;
4) la convenzione firmata da ATO Costa e REA Impianti il 14 marzo 2017 prevede prezzi di conferimento in discarica che si riducono con l'aumento dei conferimenti annuali: partendo da un costo di 75 euro a tonnellata si procede a scontare il prezzo fino a 65 euro a tonnellata man mano che i conferimenti aumentano! Questo criterio può essere definito "chi più inquina, meno paga" e distorce il sistema di gestione dei rifiuti sfavorendo le pratiche prioritarie virtuose indicate dalla normativa nazionale, europea e regionale, compensando in tutto o in parte le penalizzazioni tariffarie applicate dalla Regione per i conferimenti in discarica.
Per tutti questi motivi e per molti altri indicati nelle osservazioni presentate, continuiamo a chiedere con forza che REA Impianti ritiri il progetto e ne presenti uno realmente rivolto alla chiusura della discarica ed allo sviluppo di impianti di recupero e riciclo dei materiali, come era stato assicurato ai cittadini: non si può prescindere da una diminuzione progressiva dei conferimenti autorizzati dalla Regione, fino ad arrivare a zero nel più breve tempo possibile.

martedì 9 maggio 2017

IL "FUTURO" DI ROSIGNANO? ALTRI 6 MILIONI DI TONNELLATE DI MONNEZZA IN DISCARICA


Si è svolto giovedì sera l'incontro pubblico "Quale futuro per Scapigliato?" tra il Coordinamento Rifiuti-Zero, REA Impianti ed il Comune di Rosignano Marittimo, alla presenza di oltre 80 cittadini e con la partecipazione di Rossano Ercolini e Roberto Repeti per Rifiuti-Zero, Alessandro Giari al vertice di REA ed il vicesindaco Daniele Donati.

Giari ha presentato all'assemblea il progetto "Fabbrica del futuro" trovando pieno sostegno da parte di Donati: entrambi hanno sottolineato la volontà di riconvertire la discarica in un polo impiantistico per il recupero e riutilizzo delle materie.

Repeti ha presentato a sua volta nel dettaglio tutte le contestazioni mosse al progetto da parte del Coordinamento Rifiuti-Zero, la più eclatante in assoluto è stata indicata nella richiesta presentata alla Regione di autorizzare lo stoccaggio in discarica di ulteriori 460.000 tonnellate l'anno tra rifiuti urbani e soprattutto industriali, una quota che rimane fissa fino al 2031, quindi per altri 15 anni. Una richiesta di questo genere fa a pugni con la proclamata volontà di superare la discarica come unico metodo di gestione dei rifiuti, investendo oltretutto tempo e denaro in "centri di ricerca" e collaborazioni prestigiose con organismi scientifici.

Ercolini ha ricordato che le mega-discariche come quella di Scapigliato hanno tenuto bloccata la Toscana negli anni in cui il paese e il resto del mondo hanno fatto passi da gigante nel campo del riciclo dei materiali e nella riduzione degli smaltimenti: ormai da tempo perfino la Campania ha superato la Toscana in quanto a performance di raccolta differenziata. Puntare ancora sulla discarica, raddoppiandone addirittura l'area, rappresenta per Ercolini il tentativo di punire ancora un territorio, premiando un'industria "sporca" che lascerà in eredità un grave inquinamento e la necessità di spendere cifre gigantesche per le obbligatorie bonifiche della zona.

Ercolini ha proposto a REA e Comune una moratoria sul progetto per esplorare nel frattempo tutte le possibilità per riconvertire velocemente l'azienda al riutilizzo dei materiali, tutelando e incentivando l'occupazione, garantendo i profitti e realizzando una valida exit-strategy dall'era ormai paleolitica delle discariche.

L'incontro si è concluso con la promessa di nuovi confronti e approfondimenti, anche se la volontà dell'azienda per ora sembra inequivocabilmente quella di non rinunciare in nessun caso alle oltre 6 milioni di tonnellate di rifiuti con cui proseguire la tradizione superata, costosa e dannosa dello smaltimento inquinante.