venerdì 15 marzo 2019

ASSUNZIONE DIRETTORE AAMPS, C'E' ANCORA MOLTO DA CHIARIRE


Abbiamo letto la replica di Aamps, pubblicata dal Tirreno, ai dubbi sollevati da più parti rispetto alla procedura di assunzione del suo Direttore operativo. Una replica a nostro avviso molto burocratica, che lascia irrisolte molte questioni.

Tanto per cominciare, ci sarebbe da motivare la necessità per un'azienda in concordato preventivo come Aamps di affiancare al Direttore generale la presenza di un Direttore operativo. Due ruoli e doppio super-stipendio, situazione che non trova molte analogie in aziende di dimensioni simili ad Aamps.

Perfino su wikipedia si può leggere: "nelle imprese italiane il titolo di direttore operativo è usato raramente poiché il manager in questione porta di solito il titolo di direttore generale". 

In secondo luogo, ancor più rara (se non unica) ci sembra la modalità con cui si procede all'affidamento di un incarico dirigenziale (come quello di Direttore operativo), non a scadenza ma a tempo indeterminato, cioè operando una fusione inopportuna (come minimo) tra un posto di lavoro da dirigente (che può essere anche un posto fisso) ed un incarico di direzione, che dovrebbe invece essere sottoposto a periodica valutazione e, in caso di risultati negativi, ad eventuale revoca o mancato rinnovo.

In ogni caso, è bene fare presente alla proprietà di Aamps (rappresentata dal Sindaco e dai Consiglieri comunali) che sebbene nel vigente regolamento di Aamps sia prevista per l'assunzione a tempo indeterminato di dirigenti "almeno una prova d'esame", con attribuzione di punteggi e, se svolta oralmente, "in un'aula aperta al pubblico", il bando in questione prevedeva invece solo una blanda "selezione curriculare" ad opera della commissione di valutazione, dopo una pre-selezione a quanto pare svolta da una ditta esterna!

Non si capisce perché, oltretutto, il bando sia sparito dal sito di Aamps subito dopo l'avvenuta selezione, visto che la legge sulla trasparenza prevede invece che tutta la documentazione resti pubblicata per almeno 5 anni.

Il decreto 175/2016 sulle società pubbliche ha ribadito (art. 19) che per le assunzioni va applicata sempre la normativa prevista per gli enti pubblici, come ministeri e enti locali, in caso contrario i contratti di lavoro "sono nulli". 

Dove si è mai visto un direttore di ministero o di un comune incaricato a tempo indeterminato tramite selezione curriculare, dopo una pre-selezione svolta da una ditta esterna?

Tra i criteri da rispettare, oltre al massimo della trasparenza e della imparzialità, è previsto dalla legge che della commissione d'esame facciano parte solo esperti delle materie di concorso. Il problema è che nel bando di Aamps non erano previste materie di concorso, ma solo una lista di "requisiti" da dichiarare all'atto della candidatura.

Venendo poi al merito di questi "requisiti", ricordiamo sempre al Sindaco e ai Consiglieri comunali che la normativa prevede, anche per le società in-house (vere e proprie articolazioni del Comune: "controllo analogo"), che per il conferimento degli incarichi dirigenziali si tenga conto delle esperienze di direzione maturate altrove "purché attinenti al conferimento dell'incarico".

Invece, nel bando era richiesto di tutto tranne una anche minima esperienza nel settore della gestione dei rifiuti urbani.
Incredibile a dirsi, sono arrivati a scrivere "provenienza ideale multi-utility, trasporto logistica", come se Aamps si occupasse di tram, autobus e metropolitane.

Nell'intero bando non compare mai la parola "rifiuti", né sinonimi più o meno eleganti, come se la materia non riguardasse Aamps. Neanche viene richiesta la conoscenza della normativa di settore (D.lgs. 152/2006, leggi regionali, ecc.).

Non risulta pubblicata la graduatoria con i punteggi (come prevede invece il regolamento aziendale), né il provvedimento di assunzione (come prevede invece la legge), che non è il n. 49/2019 (che riguarda l'assetto organizzativo) come ha dichiarato Aamps, ma il n. 228/2018.

Il curriculum della persona assunta da Aamps, pubblicato sul sito, non presenta nessuna esperienza nel settore della gestione dei rifiuti. 

Al di là di tutti gli aspetti di legittimità (che la Giunta comunale, il Consiglio comunale, i revisori del Comune e di Aamps e gli altri organi di controllo sono tenuti a verificare), ci lascia sbalorditi il fatto che in un'azienda pubblica con gravi problemi, passati e presenti, si reputi opportuno affidare stabilmente la gestione e le responsabilità operative di vertice a chi non si è mai occupato di raccolta differenziata, riciclo, trattamento e smaltimento dei rifiuti. 

Chi erano gli altri candidati? Non sarebbe incredibile se avessero preferito una persona senza esperienza di gestione dei rifiuti ad affermati manager di aziende del settore?

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