martedì 14 maggio 2019

DISCARICA A LIMONCINO, COMUNE E REGIONE DEVONO CHIARIRE SU TIPOLOGIE RIFIUTI E ALLUVIONE


In merito alla vicenda riguardante la discarica a Limoncino, vorremmo che le istituzioni coinvolte, Comune e Regione, rispondessero pubblicamente a proposito di due aspetti a nostro avviso poco chiari:

1) la sentenza n. 149 del 2014 del Tribunale di Livorno aveva imposto alla Provincia di revocare in autotutela l'autorizzazione concessa ai gestori della discarica, che prevedeva ben 108 diverse tipologie di rifiuti industriali da conferire nel sito, e di rilasciare in sostituzione una nuova autorizzazione, "limitando i conferimenti ai soli rifiuti da costruzioni e demolizioni", cioè mattonelle, pietrisco e simili.
Il magistrato dispose anche che tale provvedimento fosse emanato "con sollecitudine", ma non ci risulta che ne' la Provincia, ne' la Regione (subentrata alla Provincia in seguito al trasferimento di competenze) abbiano mai ottemperato a tale importantissima disposizione della magistratura. Perché?


Anzi, dalle notizie di stampa si apprende che la Regione ha recentemente autorizzato il conferimento di 20 tipologie di rifiuti (anziché l'unica consentita nella sentenza del Tribunale), comprese le ceneri degli inceneritori di rifiuti, i fanghi di dragaggio, miscele bituminose, rifiuti prodotti da trattamenti chimici e così via. Come è possibile per la Regione aver ignorato le disposizioni del giudice?

Il Comune, primo ente responsabile della tutela del territorio e della comunità, in questi anni ha mai provveduto a diffidare la Regione perché ottemperasse alla sentenza n. 149/2014?


2) L'altro aspetto, altrettanto preoccupante, riguarda la classificazione morfologica della zona interessata: nei giorni successivi alla tremenda alluvione verificatasi due anni fa, la stampa riportò la notizia secondo la quale l'evento atmosferico aveva provocato "danni all'impianto", l'allagamento della discarica, smottamenti del terreno. Il responsabile comunale della Protezione civile avrebbe "concordato con la necessità di inserire Limoncino e Monte La Poggia nelle aree con frane". 

In seguito a tali eventi, è stato rivalutato da Comune e Regione il rischio rappresentato dal conferimento di centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti industriali al centro di una zona boscosa, oltretutto situata a monte rispetto alla città, compresi corsi d'acqua, zone abitate e quant'altro?


Ci chiediamo come sia possibile assistere a tristi scaricabarili elettorali tra Comune e Regione, senza che nessuno si sia ancora sentito in dovere di chiarire pubblicamente sia la vicenda della mancata applicazione della sentenza 149, sia quella del rischio morfologico dopo gli eventi franosi che hanno colpito Monte La Poggia durante l'alluvione.

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